E’ davvero difficile creare qualcosa di nuovo quando vedi che le persone NON vogliono “cambiare posizione” (in questo caso in meglio) restando radicate a antiche culture e vecchie ideologie di una quarantina di anni fà, così non si va avanti e non si creano nuove opportunità anzi il rischio è il deperimento e l’invecchiamento/degrado delle strutture stesse e della città, senza via d’uscita.
Mi spiego: un centro storico chiuso ha molte più possibilità di un centro storico aperto al traffico e alle soste delle automobili, perchè!
Semplice, soprattuto non solo una questione ambientale, come tanti pensano, dietro c’è molto di più. La chiusura del traffico al centro storico vuol dire RIQUALIFICARE, RIVALUTARE, RIORGANIZZARE le stesse strutture presenti in quel spazio CON FORTI segnali di miglioramento economico: gli immobili presenti ne favorirebbero grazie ad un aumento del loro valore; miglioramento turistico: differenziandosi si crea una maggiore attrazione da parte di un certo target di persone; incremento sociale: creando uno spazio di aggregazione ma soprattutto aumentandone la qualità della vita creando più spazio per le stesse persone (meno macchine parcheggiate più spazio per bambini).
La macchina è solo una scusa, perchè da studi effettuati risulta che sono più i ciclisti a fare acquisti in centro storico rispetto a chi utilizza l’auto, agevolando il concetto di acquisto: con spese minori ma più frequenti, la spesa grossa è più facile farla in un ipermercato e una volta alla settimana!
Il mio business si basa su una filosofia certa, ovvio che la bicicletta non è l’unica soluzione, ma può essere una alternativa assieme ad altre. Purtroppo non vedo un pensiero condiviso, attuale, neanche a livello Municipale della questione “centro storico” e soprattutto sono assente obiettivi futuri. Per questo non sono assolutamente d’accordo con le azioni dei commercianti, ma non per il mio business (basta pensare sempre a se stessi!) ma per i vantaggi che si negano all’intera comunità, Art. tratto da Il Corriere di Romagna/ Faenza:
FAENZA. Le associazioni dei commercianti faentini esprimono un «totale, fermo ed inequivocabile» parere negativo sul nuovo Piano della sosta. La drastica posizione viene rimarcata anche da un documento che Confesercenti e Confcommercio hanno redatto e consegnato all’amministrazione come osservazioni al progetto di riorganizzazione della sosta in centro storico. Documento che si aggiunge agli altri 14 ricevuti da palazzo Manfredi in questi mesi.
Un progetto che uccide il centro. «Dopo le politiche di urbanistica commerciale adottate dalla precedente amministrazione, rivolte al potenziamento della grande distribuzione in città», le associazioni di categoria ora si scagliano contro un Piano sosta che viene visto come «la mazzata finale sui commercianti e sul centro storico cittadino». Oltre ai dati confrontati tra il piano adottato nel 1998 e quello previsto per l’estate del 2012 (vedi box) i commercianti evidenziano «veri e propri errori di valutazione, progettazione e impostazione» nella riorganizzazione del traffico e della sosta all’interno delle mura cittadine.
No ad un centro a pagamento. In primis Confesercenti e Confcommercio esprimono «contrarietà all’introduzione di un piano sosta che ponga a pagamento l’intero centro storico dalle 8 alle 20, perché in tal modo non si aiuta lo stesso ad essere frequentato dai visitatori, anche in considerazione del difficile momento che stiamo vivendo e in previsione di ulteriori insediamenti commerciali di grandi dimensioni all’esterno del centro urbano». Inoltre le due associazioni dubitano «sull’utilizzo dei parcheggi scambiatori» troppo distanti dal centro e all’uso delle biciclette per il loro collegamento visto che questo mezzo «impedisce l’acquisto di vari articoli, sia alimentari che extra, di certe dimensioni, peso, conformazione o tipologia».
Nessun abbonamento. I commercianti sono inoltre contrari «a qualsiasi ipotesi di abbonamento per l’utilizzo di posti auto in centro storico sia ai residenti che agli utilizzatori generici» visto che questo, con una spesa di un centinaio di euro, «porterebbe all’occupazione del 75% dei posti presenti in maniera continuativa».
Non convince l’impostazione eco. «Non è neppure chiudendo il centro – sostengono i commercianti – che si risolve il problema dell’inquinamento. Provare a mettere una stazione di rilevazione su via Granarolo basterebbe per confermare questa nostra affermazione». Per rispondere all’esigenza di una città meno inquinata servirebbe invece, «oltre alla creazione di nuovi parcheggi, anche l’installazione di segnaletiche e pannelli luminosi che siano funzionanti ed indicanti i parcheggi e gli stalli. Mezzi che abbatterebbero l’inutile ricerca con l’auto di un parcheggio».
Riccardo Isola